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The tarot game

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Autore

Claudia Riconda è nata a Firenze e ha lavorato per trent’anni a “Repubblica”. Scrive libri e sceneggiature, ed è autrice dei podcast “lo Spaghettino” e “Tu guarirai” su Spreaker e Spotify.

Sinossi

Belli, ricchi, privilegiati. Tra le dune di Capalbio, Claire Taylor e Peter Corbo sono sempre stati il doppio misto da battere. Fino a quando il fantasma di Nina ha fatto irruzione in campo, spazzando le righe della loro vita con il mistero della sua scomparsa. Come può una donna volatilizzarsi nel nulla nel Giardino dei Tarocchi? Per rispondere a questa domanda, la giornalista Claire Taylor vestirà i panni della detective, addentrandosi tra le psichedeliche sculture di Niki de Saint Phalle per decifrare gli arcani dei Tarocchi a cui è affidato il segreto di Nina. Un gioco di matrioske, in cui ogni carta ne nasconde un’altra e tutte portano a una verità indicibile. In una corsa contro il tempo tra Capalbio, Firenze e Parigi, Claire intreccerà la sua storia con quella di Niki, di Nina e dell’enigmatica Max, per scoprire che quello che stava cercando era proprio lì davanti a lei: dentro lo specchio.

L‘intervista a Claudia Riconda

claudia riconda

Tennis e Tarocchi, come le è venuta l’idea di accoppiarli?

“In realtà il tennis è venuto prima di tutto il resto, ancora prima della trama. Quando mi sono messa a scrivere, non avevo chiaro niente tranne una cosa: e cioè che la mia protagonista sarebbe stata una giornalista, brava, bella, appassionata del proprio mestiere, ottima giocatrice di tennis, e il cui nome iniziava per Cla”.

Quindi parlava di se stessa.

“Ah ah, no! Io sono stata una giornalista per trent’anni, ma a tennis sono una frana. Ci ho giocato un po’ da ragazzina, ma così, per curiosità, per scimmiottare Steffi Graf che adoravo. Mi ero fatta l’idea, del tutto bislacca, di essere il suo alter ego. Ma oggettivamente non ho mai avuto il suo dritto”.

Allora questa sua giornalista-detective Claire Taylor da dove nasce?

“Avevo in mente una persona nella vita reale, e il personaggio l’ho modellato su di lei. Poi, trattandosi di un romanzo di fiction, l’ho camuffata, dandole anche altre caratterische, forse più mie. Ma è intorno alla giornalista-tennista che ho costruito la storia: Capalbio, il Giardino dei Tarocchi, Niki de Saint Phalle, il mistero della donna scomparsa, gli arcani”.

Questo è il dietro le quinte. Ma il davanti?

“Il davanti è un fatto: il tennis, per un narratore – e in particolar modo per me che ho messo al centro del romanzo una coppia – è uno strumento eccezionale. Intendo proprio da un punto di vista narrativo. Perché il tennis è l’unico grande sport che permette a due persone di essere alleate, complici, partner quando giocano in doppio, e di essere poi avversarie, rivali, competitor quando giocano in singolo l’una contro l’altra. E questo, bè, permette un bel gioco di specchi tra lo sport e la vita privata. Quindi ho preso una moglie e un marito e li ho ficcati su un rettangolo rosso”.

Ma nello sviluppo della storia che ruolo ha il tennis?

“Tutto ruota intorno al tennis, non a caso è presente dalla copertina fino al penultimo capitolo del libro. Il tennis è il filo, anzi meglio la corda, che scorre per quattrocento pagine e ci dà la temperatura emotiva del romanzo. Più lei, la moglie-giornalista, si appassiona al mistero del Giardino dei Tarocchi, e più si allontana dal campo da tennis dove dovrebbe allenarsi con il marito per il torneo di doppio misto. Mentre lui ci resta proprio abbarbicato a quella corda, non la molla, vuole vincere come ogni anno quel torneo per dimostrare agli amici che il loro matrimonio è ancora un buon matrimonio. La febbre narrativa passa tutta da quella corda”.

La copertina è una carta dei Tarocchi. Anche gli arcani giocano a tennis?

“Il mio Matto sicuramente sì! È il numero zero, la prima carta in assoluto dei Tarocchi, ma qui in versione Infinite Jest“.

David Foster Wallace?

“Sì, quello raffigurato è proprio un personaggio del romanzo sul tennis di David Foster Wallace: è Pemulis, l’amico nerd di Hal Incandenza protagonista del libro. L’ha disegnato un’artista irlandese, Aoife Ridgway, di Dublino, che ha realizzato un intero mazzo di Tarocchi ispirato a Infinite Jest. Quando ho trovato l’immagine di quel Matto su internet, ho pensato: è destino, è mio”.

Però nel suo giallo la carta-chiave che racchiude il mistero è il Diavolo. E anche Panatta e Azzolini hanno detto che…

“Lo so: che il tennis l’ha inventato il Diavolo. E hanno assolutamente ragione! Però, visto che l’hanno già detto loro e hanno intitolato così un loro libro, io posso solo aggiungere che durante una partita di tennis vanno in scena tutti e ventidue gli arcani maggiori dei Tarocchi. Dal primo all’ultimo, tutti. In quelle carte è racchiusa ogni fase/sfida della vita, proprio come in un match”.

E se dovesse abbinare gli arcani ai big della storia?

“Ah, facile. Agassi il Matto, McEnroe il Mago, Evert la Papessa, Navratilova l’Imperatrice, Djoko l’Imperatore, Nadal gli Amanti, Graf la Forza, Lendl l’Eremita, Borg la Temperanza, Federer il Mondo…”.

E Panatta?

“Che domanda”.

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