Sarajevo ’84 i giorni della concordia

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Autore

Lorenzo Fabiano

Scrive per Corriere del Veneto e National Geographic Traveler. È autore dei libri: Thoeni vs Stenmark, l’ultima porta; Il Cameriere di Wembley; Coppa Davis 1976, una storia italiana; Valanga Azzurra, Innsbruck 1976; Alberto Tomba e il sogno di cristallo. Con Absolutely Free ha pubblicato: Il duello. Moser contro Fignon, una sfida leggendaria (scritto con Matteo Fontana); La Presa della Bastiglia, Tour de France 1975 la fine dell’era Merckx; Ho visto la rivoluzione.

Sinossi

 

8 febbraio 1984, stadio Kosevo di Sarajevo. Stipate nel gelo, cinquantamila persone assistono alla cerimonia di apertura dell’Olimpiade invernale più imponente di sempre, la prima in un Paese comunista. Un’eredità lasciata da Tito prima della morte nel 1980. Il Presidente del CIO Juan Antonio Samaranch si appella a valori quali fratellanza, concordia, amicizia, uguaglianza. Da Sarajevo il mondo dello sport manda un messaggio di pace. È l’Olimpiade di Bill Johnson, dei gemelli Mahre e di Paola Magoni, una ragazza bergamasca che nella nebbia regala all’Italia il primo oro nella storia dello sci femminile. Igman, Treblevic, Bjelašnica, Johorina: le montagne attorno a Sarajevo sono simboli di concordia e fratellanza. Pochi anni e quelle montagne felici diventeranno teatro di barbarie e martirio di una guerra fratricida, nel cuore dell’Europa, che lascerà solo macerie e dolore. Un segno dell’odio e di cosa possa essere capace la follia umana.

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