
Autori
Alberto Raffaelli è un grande appassionato di ciclismo e della comunicazione legata allo sport. Ama raccontare le storie di fatica, gloria e leggenda che rendono il ciclismo una disciplina unica, intrisa di storia. Ha frequentato il corso in marketing e comunicazione dell’Università Iulm. Venticinque anni,
è al suo primo libro.
Sinossi
Lo sport che nel ventesimo secolo in Europa rivaleggiava con il calcio in quanto a passione popolare, ha dovuto attraversare più di un deserto. Dopo gli scandali-doping di cui Lance Armstrong e Ian Ullrich sono stati i protagonisti che hanno suscitato maggior clamore, dopo la scomparsa tragica di Marco Pantani, molti osservatori avevano profetizzato che il ciclismo non avrebbe avuto un futuro. Invece oggi stiamo vivendo un’epoca dove non un solo Cannibale, come veniva soprannominato Eddy Merckx, gareggia e vince sulle strade del mondo: ce ne sono almeno cinque e altri talenti di altissimo livello si affacciano agli ingressi del circus. Tadej Pogacar, Jonas Vigegaard, Mathieu Van der Poel, Wout Van Aert, Remco Evenepoel sono nomi che catalizzano attenzione degli appassionati di tutto il mondo, superando anche i campanilismi. Il libro indaga sulle origini di questa nuova età dell’oro, sui mutamenti strutturali dell’organizzazione ciclistica mondiale e sul continuo spostamento dei limiti verso l’alto; sull’impatto dei big data nella creazione di questi campionissimi, sulle caratteristiche anche umane che li differenziano. Con una domanda cui forse non si può ancora dare una risposta definitiva: dove potranno arrivare? Il testo affronta anche il boom del settore femminile e il momento oscuro del ciclismo italiano declinato al maschile: è possibile ipotizzare che uno sport di fatica come il ciclismo sia lontano dal mood in cui i giovani crescono nel nostro Paese?