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Jacobs e i suoi fratelli

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Autore

Guido Alessandrini,
(Genova, 1956)
Giornalista, dopo aver trascorso parte dell’infanzia in Centro America è tornato nella propria città. Lì è cresciuto, ha studiato, ha praticato soprattutto l’atletica ma anche il rugby e da lì si è mosso per quattro stagioni (e un titolo italiano, l’unico che può vantare) come bobbista e un certo periodo come apneista subacqueo.
Da oltre quarant’anni vive a Torino, scrivendo su Tuttosport degli sport amati e praticati ma anche di ginnastica, vela (due edizioni della Coppa America), bob, slittino e, con molto affetto, di scherma seguendo sette Olimpiadi e un’infinità tra Mondiali, Europei, Coppe e campionati.
Dopo aver lasciato la redazione del quotidiano torinese, ha frequentato il mondo del doppiaggio e della recitazione, proseguendo a raccontare lo sport anche con l’utilizzo della voce.
Dal 2015 è commentatore tecnico Rai per l’atletica leggera, che ha seguito anche a Tokyo 2020 – quella disputata nel 2021 – nella memorabile edizione olimpica dei cinque ori azzurri e dei successi di Marcell Jacobs nei 100 e della 4×100.

Sinossi

Il primo agosto 2021 Marcell Jacobs vince a Tokyo l’oro olimpico dei 100 e diventa l’uomo più veloce del mondo sostituendosi al mitico Usain Bolt. Fino a quel momento nessun italiano era mai entrato in una finale dei Giochi nella gara più affascinante e televista del mondo. Il 6 agosto la 4×100 azzurra ribatte il concetto e conquista anche l’oro della staffetta con l’aggiunta di Lorenzo Patta, Faustino Desalu e di un’ultima, strepitosa frazione dell’altro talento Filippo Tortu. Anche questa è una prima assoluta.

A 10.000 chilometri di distanza quasi 20 milioni di appassionati festeggiano felici una realtà impensabile fino a pochi giorni prima. La prima domanda è: gli italiani sono diventati un popolo di velocisti? La seconda: chi sono questi ragazzi e come hanno fatto a superare i padroni dello sprint ovvero gli americani, i caraibici, gli africani, gli emergenti asiatici e il resto dell’Europa?

Ma non basta: nella Paralimpiade del mese successivo tre “donne bioniche” (Ambra Sabatini, Martina Caironi e Monica Contrafatto) hanno centrato, sulla medesima pista di Jacobs e dei suoi fratelli, una pazzesca tripletta proprio nello sprint. 

Le pagine che seguono sono insieme un racconto e un’analisi, perché se le emozioni sono l’effetto coinvolgente di imprese memorabili è anche necessario capire i motivi, i percorsi e le vicende umane oltre che tecniche che hanno portato un gruppo di atleti a stupire il mondo e a diventare la massima meraviglia di un’estate italiana mai vista prima nello sport.

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